Gnocchi di Ricotta, veloci veloci!


se avete già fatto i gnocchi alla zucca, fare questi gnocchi è un gioco da ragazzi.
Tempo d’esecuzione: 20 min!
Io gli ho fatti ieri in pausa pranzo, a dir il vero dovevo lavorare,
ma non riuscivo a raccogliere i pensieri e a sbrogliare il casino che avevo in testa,
quindi devo ammettere che lavorare con le mani l’impasto morbido, fare tanti bastoncini rollando la pasta sul tavolo, tagliare l’impasto a tocchetti, ed infine gustarmi un buon piatto di gnocchi morbidi, sodi, semplici semplici mi ha dato quel tocco di soddisfazione giusto per riprendere il lavoro e risolvere i garbugli.

Sembra uno SPOT per i gnocchi, vero? 😀
In realtà non è così strano questo effetto, un’amica di carissimi amici, americana, aveva ricevuto dal suo psicologo istruzioni ben precise su come fronteggiare lo stress: lavare i piatti; (se non avessi la lavastoviglie e se conoscessi questa ragazza, l’inviterei volentieri a trascorrere una vacanzetta a casa mia, sai che divertimento farla arrabbiare tutti i giorni ed in cambio avere la cucina sempre in perfetto ordine??!!)

A parte le cacchiate che scrivo, qualunque sia il vostro modo per ritrovare l’equilibrio (sempre che lo si voglia 🙂
fatevi ‘sti gnocchi, mi hanno così entusiasmato che li rifarò domenica, magari con un sugo leggero al pesce.

premessa: ovviamente ho adattato la ricetta, un po’ per distrazione (ho sbagliato, invece di 2 tuorli ho messo 2 uova intere, 8-))
un po’ per il mio solito “sentimento” o “intuito” o che ne so, che mi fa cambiare gli ingredienti.

la ricetta originale la trovate qui, da Titti

ingredienti: (per 4 persone che mangiano!)
400gr di ricotta asciutta (io ho usato una ricotta di mucca prodotta a Travesio, un bel paesino nelle “mie” montagne friulane)
230-240 di farina
2 uova intere (ma le mie erano piccole)
una manciata di grana grattugiato
grattatina di noce moscata
sale
pepe

Procedimento: Impastare con le mani gli ingredienti, finché si otterrà un panetto morbido, quindi fare dei bastoncini da 1,5 cm di diametro rollando sul tavolo infarinato e tagliare creando dei cilindretti,
e disporli in vassoi infarinati o su canovacci infarinati.
Quando l’acqua bolle, cuocerli finché non saliranno in superficie,
condire con burro fuso con la salvia e semini di papavero, se vi piace una grattugiata di ricotta affumicata.


Ma guardate questo gatto, che stressato che è, non vi pare?
quante preoccupazioni…povero piccolo, e le farfalle da inseguire, e fare a botte con l’altro gatto, e infastidire il cane, e la pappa che non è mai abbastanza, eh che vita dura!

Polpo con crema al prezzemolo e patate


Una ricetta semplice semplice, fresca, perfetta negli ultimi giorni di caldo per un pranzo all’aperto.
L’unica attenzione è ottenere un polpo morbido, e per questo uso un trucco;
L’ormai stra-conosciuta tecnica di lasciarlo raffreddare nella sua acqua, per me non si è sempre rivelata vicencente,
tante volte mi capitavano polpi duri e/o gommosi anche dopo una notte nella loro acqua di cottura,
invece immergendo velocemnte il polpo nell’acqua bollette per 3 volte, (dentro-fuori) non ho mai avuto brutte sorprese.

Ingredienti (sono tutti ad occhio):
1 polpo grande o 2 piccoli
4-5 patate novelle
un mazzetto di prezzemolo
sale, olio d’oliva, pepe, limone quanto basta.

Procedimento:
Preparare l’acqua bollete per il polpo.
Nel fratttempo, lessare le patate un po’ al dente.
Quando l’acqua bolle, immergere velocemnte il polpo per 3 volte,
poi lasciarlo cuocere nella pentola con il coperchio finché non sarà tenero (40-50 min circa).
Quando le patate si saranno lessate, lasciatene una fuori e le altre fatele raffredare in frigorifero.
Quando il polpo si sarà raffreddato, togliere la pelle e tagliarlo a fettine, poi condirlo in una terrina con un po’ di succo di limone, olio, pepe, sale.
Grattuggiare le patate fredde di frigo con la grattugia dai buchi larghi, e disporle nei piatti.
Lavate e asciugate il prezzemolo e frullatelo con la patata rimasta, qualche cucchiaio di olio e un pizzico di sale.
Disporre il polpo condito sulle patate grattuggiate, e versare a parte la crema di prezzemolo e patata.
Noi l’abbiamo accompagnato con un vino bianco profumato e sapore asciutto, il Soave DOC delle valli veronesi;
non so se è il vino più consigliato per il polpo, ma a noi c’è piaciuto un sacco.

Crème brûlée alla lavanda – Provenza II° parte


Dopo una vacanza come si deve in Provenza, la ricetta con la lavanda ci sta tutta.
Visto che ci siamo, condisco il tutto con qualche foto e qualche indirizzo di Aix En Provance…dovesse mai essere utile.

Ingredienti:
8 tuorli
100 gr di zucchero
500 ml di panna fresca
un pizzico di vaniglia (rapunzel, di sicuro 🙂 ) o i semini estratti dalla stecca
zucchero per caramellizzare alla lavanda:
basta lasciare per qualche settimana il barattolino dello zucchero chiuso con qualche fiore secco di lavanda, poi togliere i fiori e lo zucchero profumato è pronto!

Procedimento:
Preriscaldare il forno a 150°;
Sbattere i tuorli -meglio se sono a temperatura ambiente- con lo zucchero finché diverranno bianchi e spumosi,
aggiungere la panna e la vaniglia, mescolando senza inglobare aria nel composto (non sbattere!) eventualmente schiumare le eventuali bollicine che si formeranno in superficie;
questa operazione è molto importante, altrimenti durante la cottura in forno la parte con le bollicine verrà in superficie e si separerà dalla crema, acquisendo un sapore decisamente frittatoso.
Trasferire la crema ben liscia nelle coppettine individuali, io ne ho utilizzate 8, precedentemente immerse in una teglia con acqua – 2 dita – per la cottura a bagno maria;
Infornare per 1 oretta circa, finché ai lati la crema si sarà solidificata, ma al centro dovrà restare morbida;
Togliere dal forno e far raffreddare nella teglia con l’acqua, quindi riporre in frigorifero per almeno 2 ore.
Al momento di portare in tavola, spolverizzare con lo zucchero alla lavanda la superficie, 1 o 2 cucchiai, e bruciare velocemente con il cannello o se ce l’avete usare il ferro apposito (io ho comprato il cannello e mi trovo bene, lo uso anche per la catalana).
Servire subito.

Pollo al Rabarbaro – Provenza I° parte


Ehm…mi sento un po’ in colpa nei confronti di chi è passato di qua negli ultimi 2 mesi, e ha trovato sempre i soliti biscotti; un amico mi ha chiesto se sto mangiando solo canestrelli da un mese e 1/2 a sta parte!
Come iniziare, ecco, giugno è stato un “boito” come dicono a Venezia, un po’ di vacanze al mare, ospiti Monachesi, ancora un po’ di mare, inizio a correre al parco, tanto sonno, sfamo due piccolini di merlo trovati in giardino (ora sono grandi, bellissimi, svolazzano sugli alberi con il loro papà, peccato non averne una foto 🙁 )
Luglio vacanze in Provenza (ma guarda), niente campi di lavanda, ma tanto bordeax, creme brulé, tartare e musica.
Rientro con nostalgia canaglia, Aix en Provance, Arlé, Avignone mi sono entrate nella testa (e nello stomaco 😀 ) e non riesco a pensare ad altro;
cerco di consolarmi con lo shopping fatto, ancora bordeaux, chateau, “Coulissons” i dolcetti di Aix, formaggi puzzoni mangiati con miele di rosmarino e ella lavanda, un po’ di champagne, qualche macaron, abbondante creme brulé alla lavanda ed ancora champagne;
Devo dire pancia piena mi sento un po’ meglio.
Allora penso al rabarbaro, ne ho comprati 2 kg, ecchecavolo qui non si trova, e ad Aix per compralo mi son svegliata alle 7, sono andata in pellegrinaggio al mercato implorando Rhubarbe.. ; insomma, per mesi avevo fatto la lista della spesa da fare in vacanza, il rabarbaro era in cima, non potevo tornarmene a casa senza.

L’idea inizale era di preparare il coniglio al rabarbaro, solo che mi mancava il coniglio, quindi, ho optato per il pollo, giovane e ruspante.

ecco la ricetta:

Ingredienti
1 pollo
1/2 kg di rabarbaro (la qualità con il gambo rosso è migliore)
vino bianco secco 1 bicchiere circa
1 cucchiaino di zucchero
1-2 spicchi di aglio
sale, olio extra vergine q.b.

Procedimento
Nella padella versate qualche cucchiaio d’olio e gli spicchi d’aglio, far colorare leggermente l’aglio e poi toglierlo, quindi far rosolare i pezzi di pollo finché saranno dorati da tutti i lati,
sfumare con il vino; aggiungere il rabarbaro a pezzi (predentemenre lavato e mondato, va sfilettato tipo il sedano), il sale, lo zucchero e se volete un po’ di pepe.
Cuocere senza coperchio a fuoco medio-basso finché la carne sarà ben colorata e tenera (circa 1 oretta), e l’acqua del rabarbaro si sarà asciugata.
Ah, noi l’abbiamo mangiato anche freddo, buonissimo –

Biscotti Canestrelli


Era da un po’ di tempo che avevo voglia di fare dei biscotti, i classici biscotti da colazione, da pucciare nel caffè o nel ;
ed ecco che mi capita l’occasione con la ricetta passatami dal Dabino, presa da S.&P. del novembre’06, quindi ho passato la domenica pomeriggio a far biscotti, che devo dire si sono conservati molto bene, fragranti e profumati, anche per i 3-4 gg successivi, chiusi in un barattolo ermetico.
Nota: cerco di utilizzare il meno possibile gli aromi artificiali, altrimenti perché farsi in casa i biscotti o qualsiasi altra preparazione se poi uno usa aromi prodotti sinteticamente?
Quindi non uso la vanillina, uso i baccelli oppure questa favolosa vaniglia Bourbon in Polvere, ottenuta dalla macinazione delle “silique” intere, marca Rapunzel;
acquisto felice devo dire vista l’ottima resa del prodotto e la serietà nonché l’impegno dell’azienda nel produrre e sostenere coltivazioni organicamente controllate nonché per un commercio equo e solidale con i paesi in via di sviluppo. (Ok, non l’ho verificato di persona, ho visto le cerficazioni riportate nel sito, e sono così risalita ai certificatori, per quanto posso aver capito sembrano far seriamente il loro lavoro)
Eccola:

Ingredienti per circa 25 biscotti:
– 180gr di farina
– 100gr di burro
– 60gr di zucchero
– 1 tuorlo
– un pizzico di polvere di vaniglia o di semini
– un pizzico di sale
– 1 cucchiaino di lievito in polvere (anche per questo, preferisco usare quello composto da bicarbonato e cremor tartaro, così non si sente il retrogusto acido)
– zucchero a velo q.b.

Procedimento:
Disporre la farina a fontana, aggiungere il tuorlo, il burro a pezzetti e a temperatura ambiente, il sale, la vaniglia, il lievito ed impastare velocemente (il mio impasto risultava un po’ secco, quindi ho aggiunto un po’ di albume), avvolgere nella pellicola e riporre in frigo per almeno 1/2 ora.
Stendere la pasta sul piano infarinato, fino ad avere un’altezza di 3-4 mm, tagliare con gli appositi stampini, informare sulla teglia rivestita con carta da forno, nel forno preriscaldato a 180° per 10-12 min. (non devo diventare scuri, solo un po’ dorati), spolverare con lo zucchero a velo e far raffreddare.
Conservare in barattoli ermetici.

Fiori di zucca con pastella "cresciuta"


Anni fa assaggiai a Napoli, le paste “cresciute”, frittelle di verdure ma non solo – anche alghe e pescetti se non ricordo male – gonfie come paninetti ma croccanti e morbide allo stesso tempo…beh, me ne ero quasi scordata, finché l’altra sera, ho raccolto nell’orto dei mei questi fantastici fiori di zucca, belli gonfi nonostante la pioggia incessante (nota: nell’insieme ero un po’ buffa, alle 8 di sera, con pioggia martellante, ombrello, macchina fotografica, mani piene di zucchine e fango dappertutto..però l’orto dei miei è così bello che non resistevo, dovevo fargli una foto!);


insomma, questi fiori si meritavano una degna frittura, quindi m’è venuta la brillante idea di provare la pastella napoletana, che altro non è se non l’impasto base della pizza, ma un po’ più liquido – io ho usato 200 gr di farina, 12 gr di lievito di birra, un pizzico di sale e acqua q.b. fino ad avere una pastella fluida, poi ho lasciato lievitare fino al raddoppio.

I fiori si possono riempire come uno desidera, io c’ho messo solo un po’ di scamorza, ma ci possono star bene acciughe, prosciutto, formaggi vari..semplicemente va tolto prima il pistillo, stando ben attenti a non rompere il fiore, poi lo si imbottisce e si passa nella pastella, in modo che sia ben ricoperto, e si frigge nell’olio d’oliva bollente in una padella profonda – io ho usato il wok – , pochi fiori per volta perché poi la pastella si gonfia tanto, tipo frittellone, inoltre l’olio rischierebbe di raffreddarsi troppo;
Far scolare bene nella carta per fritti e mangiare subito..

Polpette imbottite


Questa seconda edizione delle polpette, non è per riproporre la stessa ricetta perché non c’ho fantasia, ma perché ho scoperto la polpetta sandwich;
non avevo mai pensato ad una cosa così semplice, tagliare a metà le polpette fredde, e farcirle come si preferisce, noi le abbiamo mangiate con una foglia di lattughino e la salsa della dani alla senape (mimì, se ci sei ancora, scrivimi la ricetta, perfavore perfavore 🙂 ).
Ci si può sbizzarrire, con salsine, verdure grigliate, cipolla a rondelle, pomodorini..
carino anche questo, come finger food, no?
La ricetta la trovate qui, ho solo usato i porri al posto delle cipolle (tagliati a rondelle, q.tà 1/3 abbondante del peso della carne, soffritti in un po’ d’olio e poi passati nel mixer) e c’ho messo anche i pinoli e le noci a pezzetti.

Bavarese alle fragole


Semplice semplice, fragole, panna, zucchero.
Degno di nota è il pan di spagna, o pasta genovese (anche se c’è chi dice che le due ricette son differenti..), non troppo secco e “gnucco”, ma spugnoso e morbido.
La ricetta, l’ho presa da Felder – ormai è diventato una sicurezza – e si differenzia dalla solita perché prevede lo sbattimento delle uova a bagno maria per 3 min, senza che il composto diventi troppo caldo; poi si procede con il frullino eletrico o la planetaria per altri 20 min;
Ora m’è venuto in mente che una mia amica mi ha passato una ricetta per il pan di spagna (grz Anita:) ) dove i tuorli vanno sbattuti con l’acqua calda…forse il principio è lo stesso, ricordo che anche il suo era venuto molto bene.
Ah, prima che mi dimentichi, sarebbe carino che gli amici-ospiti, che vanno e vengono sempre nell’ombra, dicessero la loro nei commenti,..così, giusto perché qualcuno mi ha chiesto se le ricette che posto qui son solo belline da vedersi, tipo tutto fumo e nient’arrosto, o se…..
..e c’è anche chi mi ha chiesto se son io la cuoca 8-|
in realtà è il mio amichetto immaginario!!– %-6

ingredienti per la base:
6 uova
150gr di farina
180gr di zucchero
50 gr di burro (io l’ho omesso)

ingredienti bavarese:
500ml panna
600gr fragole
zucchero q.b.
16gr fogli colla di pesce

ingredienti per la banga:
succo di fragole con moscato o prosecco
oppure liquore quello che preferite, da mescolare al succo delle fragole

preparazione:
preriscaldare il forno a 180° statico e mettere una pentola sul fuoco per il bango maria.
Fondere il burro nel micro.
In una bastardella (o un recipiente adatto ad essere immerso a bagnomaria) sbattere
le uova con lo zucchero, poi mettere il recipeinte a bango maria e continuare a sbattere il composto per 2-3 min (deve diventare caldo, non caldissimo), poi montare bene bene con uno sbattiore eletrico o planetaria, finchè il composto diventerà chiaro, spumoso e sollevando le fuste, l’apparecchio scenderà ad effetto “nastro”

aggiungere la farina setacciata, incorporandola pian piano con una spatola, e velocemente aggiungere il burro.
Traferire subito il composto in una teglia a bordi alti, di 24 cm di diametro, imburrata ed infarinata e infornare per 30 min.
Lasciar raffreddare e pereparare la bavarese.
Scegliere una manciata di fragole, di uguali dimensioni e preferibilemnetne piccole e lasciarle da parte per fare il bordo (così dovrebbe venirvi meglio che a me, che avevo solo fragole grandi, quindi queste spuntavano più alte della bavarese, in realtà le fragole dovevano essere più piccole, appena sotto il livello della crema rosa, ma ormai ..:) )
frullare le altre con lo zucchero, quantità secondo i vs gusti, io ne ho messo poco, 2-3 cucchiai rasi.
Ammollare la gelatina nell’acqua fredda, scaldare 250ml di panna in un pentolino, ed unire i folgi ben strizzati mescolando bene.
Far intiepidire la pannacotta, ed unire il succo delle fragole, mescolare bene ed incorporare la restante panna montata.
A questo punto il pan di spagna dovrebbe essersi raffreddato,
tagliarlo nel senso orrizzontale, e bagnare il disco con il succo di fragole + moscato.

Ora serve una fascia, o anello, per far terenere la bavarese fin tanto che non si sarà solidificata, si può usare anche l’anello dello stampo a cerniera o una fascia ricavata da un foglio di acetato e fermata con lo scotch.
Disporre le fragoline tagliate a metà sul bordo della torta, ben unite tra di loro, e versarci sopra la bavarese.
Far solidificare in frigo per 6 ore, oppure, in freezer (ma in frigo viene meglio) per 2 ore e 1/2.

Vi avanzerà pan di spagna, che fare? magiarlo così, a colazione, con un velo di marmellata, gnam!

Sacher-Torte

E’ la mia torta preferita, in assoluto, almeno finora.
Da gustare in inverno, magari quando fuori fa freddo freddo, c’è la neve e tu te ne stai chiuso in casa, a leggere un bel libro magari ascoltando il Concerto per Pianoforte ed Orchestra k.453 di Mozart, con tanto di caminetto, gatti e cane che ronfano.
Purtroppo, l’inverno è finito, ma non ho resistito, era da tempo che non facevo la sacher,..aspettare fino ai prossimi freddi sarebbe stato troppo per me.


Due anni fa sono stata a Vienna, fantastico, mi son detta, finalmente assaggerò la vera Sacher Torte, del famosissimo Hotel Sacher; insomma per una che va pazza per la Sacher, dovrebbe essere la morte sua.
Dovrebbe, perché per me non è andata proprio come me l’immaginavo; una delusione incredibile, ok, il posto è bello, anche la torta è bellissima, glassa perfetta (almeno quella), lucida, spessa, che al taglio non si rompe ma neanche si scioglie al tatto, consistenza dell’impasto ottima, accompagnata con un fiocco di panna leggermente montata..un sogno, poi l’assaggio e……e…acc, mi ricorda quelle industriali che vendono al supermercato (nota, neanche quelle di pasticceria !!), nelle confezioni sottovuoto.
Ma non mi sono rassegnata, ho pensato fosse una partita mal riuscita (??!!), quindi il giorno dopo, proprio nell’intervallo del Flauto Magico, son tornata al Café Sacher speranzosa e a digiuno dalla mattina (così, per gustarmela meglio); insomma, niente da fare, a me non è piaciuta, a parte la glassatura perfetta alla vista, la marmellata era troppo dolce ed invece di sentire il sapore dell’albicocca si sentiva tanto zucchero, l’impasto sapeva di aromi di pasticceria, quelli delle paste un po’ vecchiotte e la glassa era troppo dolce. Imho, naturalmente.
Invece, se vi dovesse mai capitare di passare da queste parti, beh, qui la storia è completamente diversa, ma per questo ci sarà un altro post…
Purtroppo, fare la glassa perfetta non è la mia specialità, soprattuto perché mi prendo sempre tardi, la torta andrebbe fatta il giorno prima (come la gran parte delle torte al cioccolato), fatta raffreddare per bene, e poi glassata; invece io che son ritardataria per natura, mi metto a farla 2 ore prima..quindi non son mai riuscita a fare una glassa perfetta, richiede tempo e un buon termometro.
La ricetta l’ho presa da una vecchia rivista del 1999, “gli speciali di a tavola – il cioccolato 113 ricette”, e veniva presentata dal konditormeister Wilhelm Haindl.

Ingredienti per la torta:
130gr burro (temp. ambiente)
40gr zucchero a velo
6 uova (lasciate fuori dal frigo)
130gr coccolato fondente (io ho usato il Venchi al 72%)
180gr zucchero semolato
130gr farina
1 stecca di vaniglia
200gr di marmellata di albicocche un po’ acida
un pizzico di sale

Ingredienti per la glassa:
300gr di zucchero (ne uso 200-220 circa)
250 cioccolato fondente Venchi come sopra)
120gr d’acqua

Tempo per la preparazione 30′ circa + 20′ per la glassatura
Tempi di cottura 60′ circa

Preparazione:

lavorare a crema il burro con lo zucchero a velo, aprire la stecca di vaniglia con un coltellino affilato ed estrarre i semini.
Aggiungere i tuorli uno ad uno, mescolando bene; aggiungere il cioccolato fuso a bagno maria o nel microonde, tiepido;
montare a neve ferma gli albumi con lo zucchero semolato e il pizzico da sale; incorporarli al composto delicatamente;
Aggiungere la farina setacciata, mescolare bene ma con delicatezza.
Imburrare e infarinare una teglia di 20cm di diametro dai bordi alti (devono essere alti, altrimenti la torta si sgonfierà) ed informare a forno già caldo sui 210°.
Dopo i primi 15′, abbassare la temperatura gradualmente, fino a 170° e continuare la cottura per altri 45′.
Sfornare la torta e farla raffreddare completamente su una gratella.
Tagliare la superficie delle torta per pareggiarla (questo io non lo faccio, non voglio buttar via niente! 😉 ), e poi tagliarla in due dischi orizzontali dello stesso spessore.
Spalmare un disco di pasta con la marmellata fatta prima intiepidire, poi ricomporre la torta e distribuire la marmellata restante sull’intera superficie della torta.
Lasciar “asciugare” la marmellata.
Preparare la glassa, in una casseruola “fondere” lo zucchero con l’acqua (108°), aggiungere il cioccolato spezzettato, e quando il composto avrà raggiunto di nuovo i 108°, si versa in un piano di marmo e si lavora con la spatola, fino a portare la temperatura a 40°;
a questo punto la glassa è pronta e va fatta colare sulla torta, sempre sistemata sulla gratella con un vassoio sotto, in modo da poter raccogliere la glassa in eccesso ed in caso ritoccare; infine livellare con una spatola e far solidificare.

Torta Margherita


Il “mio” modo giusto per iniziare una bella giornata, è fare colazione in giardino, con una fettazza di torta margherita appena sfornata!
Dopo le piogge dei giorni scorsi, finalmente, stamattina c’era il sole; così, alle 06.40 del mattino, in piedi con ben 1 ora abbondante di anticipo rispetto alla norma, ho deciso di preparare una colazione come si deve, quindi ho usato questa ricetta dal sito di Gennarino, ma senza burro, con olio extra vergine d’oliva.
Il risultato è ottimo, la torta margherita, come si vede dalle foto, ha una colorazione leggermente più scura, dovuta proprio all’olio verde, inoltre è mooolto ma molto leggera, io me ne son mangiata metà (argh!! di una torta larga 26cm!) a colazione, inzuppata nel cappuccino o accompagnata dal tè (è andata così, prima mi son fatta quel mezzo litro di tè, con due fette, ma avevo ancora voglia di torta, così mi son fatta anche il cappuccino..bello, no? 🙂 )
Quindi, ho passato un’ora in giardino, seduta sull’erba, a mangiare, e leggere un romanzo che mi intriga parecchio, -L’amante- di A. Yehousca,
e son andata in ufficio con il pensiero fisso sulla colazione che mi preparerò domattina..

ingredienti:
130 gr di olio d’oliva extra v.
2 hg di zucchero
1 e 1/2 hg di farina
1 e 1/2 hg di fecola
4 uova
mezza bustina di lievito
1 cucchiaino scarso di bicarbonato
1 pizzico di sale

preparazione:
Sbattere i tuorli con lo zucchero, poi unire l’olio d’oliva.
Una volta che l’impasto è ben amalgamato unire farina, fecola, bicarbonato e lievito.
Montare le chiare a neve ferma con il pizzico di sale e unirle all’impasto delicatamente (prima di unire le chiare, l’impasto può sembrare troppo “duro”, ma non aggiungere latte
Imburrare una teglia e infarinarla, versare il composto e cuocere in forno a 180 gradi (forno statico) per 45/50 minuti.